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Il campanellino d’argento: intervista a Gioia Marchegiani

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Il campanellino d’argento è una storia dagli echi lontani che affonda le sue radici in una antica leggenda della tradizione sarda. Narra di un pastorello che tutte le mattine portava la sua capretta sulle montagne e un giorno, seguendola lungo un intricato sentiero di pietre e rami, arrivò con lei in una grotta sconosciuta, al cui interno giaceva un tesoro immenso.

In mezzo all’oro, ai diamanti e ad altri preziosi, il pastorello trovò un campanellino d’argento che decise di mettere al collo della capretta per non perderla più di vista e potersi dedicare con tranquillità alla sua passione più grande: quella di disegnare e contemplare il cielo senza distrarre lo sguardo alla ricerca della sua piccola compagna.

Iniziò per lui un periodo felice, di ispirazione e di libera espressione artistica. Fino a quando un cielo particolarmente cupo e minaccioso riempì la mente del pastorello di pensieri bui e nacque in lui la convinzione di aver sbagliato a raccogliere quel campanellino d’argento, un oggetto in fin dei conti inutile, e che al suo posto avrebbe dovuto prendere oro o diamanti.

l'isola sarda

La sua smania di ritrovare la grotta misteriosa per andare a recuperare quelle ricchezze lo portò però a perdersi e a spaventare la capretta, che un giorno l’abbandonò, sparendo per sempre.

Il campanellino d’argento era uno dei racconti più amati da Maria Lai, artista sarda poliedrica che si dedicò al disegno, alla pittura, alla scultura, alla tessitura, al ricamo, al cucito, alla land art, a installazioni site specific e realizzò meravigliosi libri cuciti che narravano storie immortali fatte di segni, fili e parole intrecciate. La sua versione del campanellino d’argento finisce in modo diverso, riportando la luce e la speranza nel cuore del pastorello, che grazie all’amore per l’arte ritrova se stesso e una ragione di vita.

interno de Il campanellino d'argento

Gioia Marchegiani, sensibile illustratrice e insegnante di disegno e acquerello a Roma, è rimasta affascinata dalla leggenda della capretta raccontata da Maria Lai al punto da volerne dare una sua interpretazione. E’ nata così la sua idea di realizzare un libro illustrato che ha visto la luce nel 2017 grazie all’editore Topipittori.

Il campanellino d-argento_libro

Il campanellino d’argento illustrato da Gioia Marchegiani colpisce per la luce che emanano le sue pagine e per la cura del tratto, mai invadente, mai fuori posto. Un omaggio alla terra sarda, ai suoi acuti contrasti e alla bellezza dell’opera di Maria Lai.

Intervista a Gioia Marchegiani

Ciao Gioia, sono curiosa di sapere perché hai scelto di raccontare proprio questa storia… Cosa ti ha affascinato in particolare? Cosa ti ha spinto a volerla illustrare?

E’ stato determinante aver ascoltato la leggenda raccontata dalla stessa Maria Lai in un documentario a lei dedicato. Le leggende, come le fiabe, nascono come racconti orali e come tali danno il meglio di sé quando sono ascoltate. Nell’ascolto si stimola la memoria e si attiva l’immaginazione. E così anche la mia mente si è riempita subito di immagini: le montagne, le rocce, la grotta, la capretta. Ed io mi sono immedesimata nel pastorello mattiniero che cerca la sua strada nell’arte al seguito della fantasia.

Ho sentito fin da subito il desiderio di illustrare questa leggenda che, come la stessa Maria Lai l’ha definita, è una grande metafora dell’arte. Contemporaneamente è nato in me il desiderio di parlare agli altri di questa grande artista e di farlo attraverso il mio stile ma con il “tono della sua voce”, cioè ricercando immagini che illustrassero gli elementi, gli spazi e la poesia a lei cari.

Il campanellino d-argento_storyboard

Hai proposto subito a Topipittori il tuo progetto? O in precedenza avevi presentato la tua idea ad altri editori?

Ho lavorato un anno alla maquette del progetto e i Topipittori sono stati i primi a cui l’ho mostrata.

Da dove sei partita? Nella tua prima proposta che cosa c’era?

Sono partita proprio da quelle prime immagini che mi erano comparse ascoltando il racconto di Maria Lai. Nella prima proposta c’era la leggenda con i suoi protagonisti. C’era l’idea del cammino verso il tesoro e verso la realizzazione di sé del pastorello assieme alla capretta. E c’era una capretta un po’ più buffa. Mancava però totalmente l’isola, mancava la Sardegna. Ci sono volute due revisioni del progetto, e un viaggio in Sardegna, per giungere alla forma definita del libro.

Che cosa era fondamentale per te rappresentare? Che cosa doveva necessariamente esserci?

Inizialmente ciò a cui tenevo di più era illustrare la metafora. Volevo poi che ci fossero elementi che rimandassero a Maria Lai, ai suoi luoghi e alla sua arte ma dovevo farlo con uno stile diverso dal suo. E questo era un aspetto delicato e difficile perché mi sono letteralmente nutrita della sua grande produzione di disegni, dipinti, sculture e tanto altro che è stata fondamentale come materiale di studio e ricerca.

la capretta

Andando avanti con il lavoro e dopo essere stata in Sardegna, si sono aperte due strade parallele: quella della leggenda e quella dell’isola in cui la leggenda è nata. L’intreccio e il susseguirsi dell’una e dell’altra mi hanno aiutata a trovare il ritmo giusto e a rappresentare più intensamente e fedelmente gli stati d’animo e le emozioni suscitate dai fatti e dagli spazi attraversati dai protagonisti.

Quale tecnica hai scelto per illustrare l’albo?

Le illustrazioni sono realizzate ad inchiostro perché meglio di tutti poteva rendere i forti contrasti tipici dell’isola: la durezza delle sue rocce e la luminosità dei suoi cieli. Perché assecondava il mio desiderio di sintesi e non ultimo perché mi sono ispirata ai tappeti sardi che la stessa Maria Lai ha disegnato e tessuto.

Ho utilizzato penne e pennini. Ci sono degli interventi a collage, come le rocce del sentiero magico e la silhouette del pastorello con la capretta. Ho scelto la carta da spolvero per le tavole botaniche, per il colore caldo che avrebbe dovuto fare da contrappunto ai bianchi degli spazi luminosi e anche perché quei fogli diversi appartengono al taccuino del pastorello, sono i disegni che lui ama fare nel silenzio della natura che attraversa, in cui sosta e che ama.

il taccuino del pastorello

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dell’albo?

Un anno di ricerca e due anni di lavoro sull’albo.

Qual è l’aspetto che ti convince in modo particolare di questa opera?

L’immagine totale che viene restituita dal libro. Credo che ogni pagina arricchisca e completi la storia e proponga possibili chiavi di lettura. E poi il fatto che sia un libro pieno di silenzio, che è appunto la condizione ideale per predisporsi all’ascolto.

Tutte le foto pubblicate sono state realizzate da Gioia Marchegiani.

RISPARMI 2,40 €
Il campanellino d'argento
  • Maria Lai, Gioia Marchegiani
  • Editore: TopiPittori
  • Copertina rigida: 64 pagine

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