Gus Gordon, talentuso illustratore e scrittore di libri per bambini australiano, ha definito Herman e Rosie il suo più grande progetto. Un lavoro che lo ha impegnato a lungo, che ha richiesto un’intensa attività di documentazione e ricerca, che lo ha portato a viaggiare, a sperimentare tecniche diverse, a faticare per riuscire a creare una narrazione equilibrata in cui i due protagonisti avessero lo stesso peso in tutto lo sviluppo della storia.
Herman e Rosie
Gus Gordon, trad. Elena Carloni, Motta Junior 2015
Età suggerita: dai 4 anni
Il risultato di questo lavoro imponente è un albo illustrato dalla forte personalità, maturo, che ha il sapore delle cose buone d’annata, un tono familiare e confidenziale in cui è bello immergersi. Un libro urbano, che è un sentito tributo alla città di New York e alla musica jazz, in cui i sentimenti dei personaggi si intrecciano con gli umori di una metropoli attraente, vertiginosa, difficile, la cui energia pulsa attraverso le pagine.
Herman e Rosie sono due cuori solitari: pur vivendo nella stessa strada, a un palazzo di distanza, e pur coltivando passioni simili (lui è un coccodrillo che suona l’oboe, lei è una cerbiatta che ama cantare vecchi pezzi jazz), non si sono mai incontrati. Entrambi hanno un lavoro poco gratificante e spersonalizzante, che li costringe fuori casa per tante ore; entrambi hanno con la loro città un rapporto ambivalente: frenetica, rumorosa, caotica, stonata e stimolante allo stesso tempo. Una città brulicante di persone, cose, attività, eppure capace di far sentire tremendamente soli e incompresi.
Un giovedì sera Herman ascolta per caso la voce di Rosie mentre canta in un piccolo jazz club, un suono accattivante, diverso dai rumori disarmonici di clacson e macchine che provengono dalle strade. Quella stessa notte, ispirato, Herman sale sul tetto del suo palazzo e suona un favoloso pezzo con il suo oboe. Nell’edificio accanto, Rosie viene conquistata da quella melodia.
I due ancora non si conoscono, non si sono mai visti, eppure la loro musica ha un’influenza positiva su entrambi, li segue anche nei giorni successivi, li accompagna e li rende più forti.
Vivere a New York non è semplice, soprattutto se finisci di punto in bianco disoccupato, come Herman, o se il locale in cui ti esibisci cessa l’attività senza preavviso, come capita al club frequentato da Rosie. Vivere a New York, da soli, può essere frustrante, deprimente, stressante. Possono susseguirsi giorni cupi, in cui si fa fatica persino ad alzarsi dal letto e a mettere il naso fuori casa.
Ma stare a New York significa anche sentirsi vivi, elettrizzati, euforici, vuol dire aver voglia di tentare altre strade, di buttarsi, di darsi nuove possibilità, di salire di corsa sul tetto di un palazzo per seguire una musica incantevole e fare incontri che cambiano il corso della propria esistenza.
La musica, l’amore, la perseveranza nel credere ai propri sogni, questo e molto altro si respira nell’albo di Gus Gordon, che mi è piaciuto molto anche sul piano visivo, con la sua mescolanza di disegni raffinati, collage colorati, vecchie mappe cittadine, ritagli di giornale, carte da recupero.
La prima e la quarta di copertina mostrano un vinile all’interno della sua busta ingiallita e, anche questo, è un dettaglio non trascurabile che rivela tutto lo studio e l’attenzione che è stata posta nella ideazione e nella realizzazione dell’albo.
Herman e Rosie è stato pubblicato per la prima volta nel 2012, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, ed è arrivato negli scaffali delle librerie di molti paesi del mondo: Australia, Nuova Zelanda, USA, Canada, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Israele e Corea. In Italia è giunto grazie a Motta Junior.
>> Il libro si può acquistare on line al link seguente:
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