In questi giorni a Roma si è insediato l’American Circus, quello che si definisce il più grande gruppo circense italiano. Anche se personalmente mi rattrista vedere gli animali chiusi in gabbia, saperli costretti a vivere in spazi esigui, addestrati a muoversi all’unisono, a fare circoletti o a buttarsi a terra fingendo gratitudine, e preferirei di gran lunga assistere a uno spettacolo dove siano solo gli uomini ad essere ammirati per le loro performance artistiche, ho deciso di portarci mia figlia. Come tutti i bambini, Ilaria è curiosa, fa domande a raffica, ha un’infinita sete di conoscenza. Il circo, in particolare, rappresentava per lei un enorme enigma e voleva capire cosa fosse veramente. Soprattutto da quando abbiamo letto questo libro, non faceva che chiedermi: andiamo anche noi al circo?
E così l’ho accontentata. Durante lo spettacolo, pieno di attrazioni e numeri di tutti i tipi, si è divertita. Anche a me è piaciuto, fatta eccezione per le esibizioni dei domatori.
Mentre guardavo quella schiera di cavallini bianchi con il pennacchio in testa e gli occhi spenti, mi è venuto in mente un irriverente albo che stiamo leggendo in questi giorni che si intitola “Io sono un cavallo“, di Bernard Friot e Gek Tessaro (Il Castoro Edizioni, ottobre 2015).
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Io sono un cavallo: la trama
Il protagonista è un cammello da circo, appunto, stufo di ripetere ogni giorno per tre volte lo stesso esercizio, sempre con lo stesso leone (come lo capisco poveretto!). Image may be NSFW.
Clik here to view.Un giorno il cammello, annoiato e insofferente, decide di mollare tutto e di cambiare vita. Dice così addio al circo e si dirige in città in cerca di lavoro. Poco importa se l’impiego che vorrebbe (sorvegliare i parchi comunali) richiede la presenza di un cavallo, e non quella di un cammello! In fondo anche lui ha quattro zampe, gli zoccoli, due orecchie, le narici… proprio come un cavallo.
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La sua motivazione è talmente forte, e la sua fantasia talmente sfrenata, che riesce a farsi assumere. Ognuno può essere ciò che vuole, ci dicono gli autori. E lo ribadiscono mettendo al fianco del cammello-cavallo una guardia altrettanto poco convenzionale, una signora guardia, nel vero senso della parola (leggete il libro, e capirete).
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“Io sono un cavallo” è una storia ironica e spiazzante, che rispecchia lo stile di chi l’ha scritta e illustrata, l’imprevedibile e dissacrante Bernard Friot, e il poliedrico ed effervescente Gek Tessaro.
I due spumeggianti autori scelgono una narrazione semplice, leggera, colorata, ricca di battute e personaggi buffi per lanciare in realtà messaggi di libertà, creatività e anticonformismo. Essere se stessi è la conquista più preziosa! E certi divieti andrebbero aboliti: “Non è vietato sognare!” “E io sono un cavallo!”, esclama il cammello nell’ultima pagina.
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Consiglio vivamente la lettura ad alta voce di questo albo a bambini dai 4 anni in su. Una lettura spensierata, spiritosa e fuori dagli schemi. Leggerlo dà soddisfazione e lascia addosso una sensazione di allegria. Fa stare bene.
“Io sono un cavallo” si può acquistare al link seguente:
>> Leggi gli altri nostri articoli su Gek Tessaro qui e qui
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