Gli amici non hanno paura della tempesta
di Alessandra Testa
Il lavoro del papà di Appos consiste nell’occuparsi
di Shivan, l’elefantino che appartiene al tempio del villaggio.
In India tutti gli elefanti sono sacri, anche Shivan
Secondo la simbologia buddhista, ma anche secondo quella africana, l’elefante rappresenta la forza, la pazienza, la dignità, la saggezza ed è auspicio di buona sorte. Lo stesso Buddha sarebbe stato generato, senza l’apporto di un padre, sotto forma di elefante bianco e con quelle sembianze si narra sia stato accolto dalla madre. Anche il dio indù è rappresentato con la testa del pachiderma che, lo sanno i cristiani più attenti, è anche simbolo di Cristo che pesta e schiaccia il serpente (Satana).
Due eroi inseparabili
Satomi Ichikawa, traduzione di T. Babled, Babalibri, 2016
In questa storia firmata da Satomi Ichikawa, l’elefante Shivan è però anche, e soprattutto, il migliore amico del piccolo Appos. Appos lo ha soprannominato Mammut. Hanno tutti e due otto anni ed è, in fondo, come fossero gemelli. Poco importa se appartengono a due specie viventi diverse, i due sono inseparabili.
È facile immaginarli insieme. Mentre giocano, passeggiano l’uno in groppa all’altro, si cibano dei frutti della natura. L’autrice giapponese, parigina di adozione, si concentra su un’unica mattina. La mattina in cui, per la prima volta, il genitore chiede al figlio di essere lui ad occuparsi della toletta del grosso animale. Una grossa responsabilità e un unico avvertimento: «Fai attenzione al monsone. L’acqua del fiume può salire molto in fretta».
Il bambino va alla sorgente a lavare Shivan e, dopo giochi e spruzzi, la profezia del padre si autoavvera. Il cielo si fa all’improvviso nero e un muro d’acqua si abbatte sui due amici. È giunto il monsone. Il gemello umano si arrampica alla velocità della luce prima sulla proboscide, poi sul dorso del suo complice a quattro zampe. Da lontano sentono un verso, un lamento.
Ki! Ki! Ki!
Sarà il primo di una lunga serie di onomatopee.
È a questo punto che i due compagni di giochi si tramutano in eroi.
Gli psicologi la chiamano empatia, è la capacità di mettersi nei panni degli altri.
Una scimmia, poi un pavone e, ancora, un cucciolo di pipistrello e una tigre chiedono aiuto, la corrente del fiume, gonfio per la piena, rischia di trascinarli via.
Senza alcuna esitazione Shivan e Appos vanno loro in soccorso, mettendoli in salvo sulla terraferma. Calmatasi la tempesta, è ora di far rientro a casa. Sulla via del ritorno, la giusta ricompensa.
– Ma… guarda un po’ cosa galleggia laggiù… banane! E papaie! Manghi e noci di cocco!, esclama il bambino. A pochi metri da casa anche un canto corale. Sono i versi della scimmia, del pavone, del pipistrello e della tigre. Un inaspettato ringraziamento, subito prima di colazione.
Due eroi inseparabili arriva in Babalibri dopo Baobabà, Ci sono gli orsi in Africa? e Il mio maialino Amarillo. Ancora una volta, Satomi Ichikawa – che ovunque in rete confessa di sentirsi una bambina e di amare bambole e orsi di peluche – regala ai bambini dai 4 anni in su una storia di amicizia e rispetto del creato. Le illustrazioni, dai colori delicati e dal tratto molto più francese che nipponico, aiutano il piccolo lettore a immergersi nei luoghi che fanno da scenario ad ogni tappa di questa in fondo molto verosimile avventura.
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